Wednesday, October 16, 2013

Saturday, October 12, 2013

First there was Prozac, now there is Ketamine?





Ketamine, the party drug,might be used in anti-depressants. The company Johnson and Johnson now has an altered version of ketamine called esketamine onto mid-stage clinical trials. However, the FDA’s evaluation is final. Until then, the pharmaceutical and mental health industry will have to speculate on whether or not ketamine will have a role in treating depression at all. Meanwhile, Prozac is still a commonly administered drug often used to treat major depression, OCD, PTSD, bulimia nervosa and panic disorders.

How effective is Prozac?
How effective is Prozac, anyway? Also known as Fluoxetine, Prozac is a selective serotonin reuptake inhibitor that was highly exulted from its announcement in 1988 after the Food and Drug Administration’s approval of the drug. Now, it is also known to be a overprescribed medication—a quick fix for our complex mental problems. Needless to say, people had high expectations for Prozac but the myth that had perpetuated in society is just that—a myth. The effectiveness of Prozac has been overhyped.
Every invention or idea has been built upon from pre-existing inventions or ideas. For science, this is not at all different – ideas in science always yield to evidence. Prozac has long been known to be the miracle wonder that increases levels of serotonin in the brain and as a result, betters one’s mood. Now, the evidence is that serotonin does indeed play a large factor in our moods but not in the way we thought it does; the theory that low serotonin causes depression is on the verge of collapse. So, is Prozac as effective as we though it to be anymore?
It turns out that there had been studies that Prozac was effective, and they were published. But exactly how effective is it? That is the question. It was published that the drug wasslightly effective, but on the other hand there were also unpublished studies claiming that Prozac does not work. These unpublished studies were quietly buried by the companies making these drugs.
In the last few years, it was found that these SSRIs, including Prozac, did not produce a huge improvement in people with slight to moderate depression. In people with severe depression, however, the improvement was much more significant – more than a placebo effect.
So, in short, apparently, depression induced by psychosis, anxiety, alcohol and drug problems is tackled quite efficiently by Prozac. For others with mild depression, Prozac may not be an effective solution. Instead, psychotherapy may be an alternative.
The conclusion is this, Prozac works. But our understanding of why and how it works was wrong from the get-go. Lowering serotonin levels does not induce or worsen depression. Depression can be thought of as brain cells shrinking and dying – atrophy, much like other diseases such as Alzheimer’s. Instead of making us happier, Prozac heals neurons.
So how will the introduction of ketamine into the world of anti-depressant medication change the landscape? That’s a question for the drug companies.



Question:Can you get addicted to Prozac?

Answer:If abused, it is possible and yes – it is difficult to stop taking it once a routine has been established.

Friday, October 4, 2013

Integratori Biologici | Integratori Naturali per Persone e Animali

Il sintomo più comune e importante della stanchezza surrenale (che tratteremo a breve) è la stanchezza cronica.

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Disintossicare Il Corpo | Integratori Naturali per Persone e Animali

La pulizia del colon a casa con prodotti a base di erbe, è ormai una prassi molto usata da coloro che sono fautori di cure di questo genere. Si pensa, infatti, che questo genere di cure non sia dannoso per la salute del colon, ed effettivamente possiamo dire che è quasi sempre così.

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Integratori e Rimedi Naturali che Cambiano la Vita

Integratori e rimedi naturali poco conosciuti che si sentono nel corpo e che cambiano la Vita!

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Thursday, October 3, 2013

Integratori e Rimedi Naturali che Cambiano la Vita


  Stanchezza Cronica o Stanchezza Surrenale? Le Cause e i Rimedi

Il sintomo più comune e importante della stanchezza surrenale (che tratteremo a breve) è la stanchezza cronica. Probabilmente i surreni non sono le uniche cause di questa stanchezza, poiché anche parassiti, allergeni (alimentazione) e blocchi energetici (emotivi) possono anche produrre una forte perdite di forze fisiche e psichiche. Andiamo a conoscere quella forse meno conosciuta, ma sempre più comune: i surreni.
Quando parliamo di stanchezza surrenale, la prima cosa che si va a valutare è il cattivo funzionamento delle ghiandole surrenali, che hanno diverse surrenalifunzioni all’interno del nostro corpo. Tra quest
per esempio, quella di sintetizzare diversi ormoni che sono definiti steroidi, ma anche la funzione di regolare la risposta del nostro organismo allo stresso molto acuto o quello cronico.
Rispetto alla risposta verso lo stress acuto, le ghiandole surrenali vengono chiamate a liberare all’interno del nostro corpo adrenalina e noradrenalina, dette catecolamine; che determinano una risposta detta “fight or flight”, che tradotto significa combatti o fuggi. Oltre a questo, vanno a fornire anche l’energia e l’accelerazione metabolica, utili per poter fronteggiare tutte quelle situazioni di pericolo imminenti che si verificano. Per quel che concerne, invece, lo stress cronico, la risposta delle ghiandole surrenali a tutto questo, è la produzione di cortisolo, che risulta determinante per il metabolismo dei carboidrati e delle proteine; oltre che risultare un potente antinfiammatorio naturale.
E’ stato accertato che, una quantità moderata di stress non comporta effetti negativi per il nostro organismo, anzi per certi versi diventa anche una sorta di stimolo positivo; ma quando lo stress diventa cronico, per tantissime motivazioni come lavoro, vita frenetica, famiglia, le nostre ghiandole surrenali vengono chiamate a sopportare un carico eccessivo, e quindi ne risentono non riuscendo a lavorare in modo preciso e funzionale. Dunque, le ghiandole surrenali, in una condizione di stanchezza surrenale, producono meno cortisolo anche in stato di risposo.
La medicina moderna tende a non prendere in considerazione questi stati intermedi di insufficienza delle ghiandole surrenali, che già possono comportare seri limiti fisiologici e mentali, e solo in un caso specifico riconosce il problema; ovvero in presenza del Morbo di Addison. Se i medici del passato riconoscevano questa problematica, sembra che ultimamente anche in America si stia cominciando a prenderla in considerazione. L’insufficienza parziale delle ghiandole surrenali, nella medicina non convenzionale, viene definito in diversi modi: debolezza surrenale (adrenal weakness), scarsa riserva surrenalica (low adrenal reserve), e quello più in voga, stanchezza surrenale (adrenal fatigue).
esaurimentoPer poter comprendere meglio, ciò che accade quando si verifica la sindrome da stanchezza surrenale, bisogna ricordare un attimo le tre fasi di adattamento allo stress, che Hans Selye ha identificato nel 1936. La prima viene detta dell’allarme, e si verifica quando il corpo viene sottoposto ad uno stimolo particolare. In questo caso automaticamente si attiva, appunto, lo stato di allerta nel nostro corpo, con cambiamenti evidenti per esempio come: l’aumento del battito cardiaco, del respiro, della circolazione sanguigna e della produzione ormonale. Tutto questo per poter fronteggiare lo stimolo lanciato dal nostro corpo, con una conseguente produzione più alta di catecolamine e poi di cortisolo.
La seconda fase è detta della resistenza, e vede una permanenza appunto, degli stressor. In questo caso il nostro corpo lavora molto di più, cercando appunto di mantenere l’equilibrio giusto; ma nel caso lo stress perdura, allora gli ormoni si mantengono su livelli più alti del normale, soprattutto il cortisolo. Tutto questo, a lungo termine, porta ad una riduzione dell’attività immunitaria del nostro corpo.
La terza e ultima fase è detta dell’esaurimento. Qui il corpo non riesce ad adattarsi naturalmente, e quindi non riesce a creare le difese giuste, indebolendosi sempre di più così da favorire l’avvento della malattia.
Se andiamo a valutare a livello delle ghiandole surrenali questa situazione di stress perdurante, ci accorgiamo come all’inizio il corpo avrà una fase di ipertrofia, che si verifica in seguito alla richiesta da parte del nostro corpo di aumentare la produzione di steroidi; ma in un secondo momento tutto questo potrebbe diventare controproducente, proprio in virtù del verificarsi di un’atrofia delle ghiandole stesse, che non sono più capaci di soddisfare le richieste sempre in aumento.
Chimicamente, gli ormoni steroidi che sono prodotti dalle ghiandole surrenali, derivano direttamente dal colesterolo, ma prima di diventare tali passano in composti che possiamo definire intermedi, come per esempio il pregnenolone e il deidroepiandrosterone, comunemente chiamato DHEA. Nella fase di resistenza, quando si presenta appunto la stanchezza surrenale, la maggiore richiesta da parte del corpo di cortisolo, sottrae una buona quantità di pregnenolone, per essere usata appunto per sintetizzare il cortisolo. Questa condizione, spesso è causa di una riduzione dei livelli di progesterone e testosterone, con conseguenze non proprio positive per il corpo, come p.es il calo della libido.
Diversi possono essere i fattori esterni, che portano al verificarsi della stanchezza surrenale. Tra questi sicuramente segnaliamo: l’essere genitori single, madre con più figli senza nessun tipo di supporto, dipendenti insoddisfatti, chi lavora la notte, chi soffre di ipotiroidismo da molto tempo, e coloro che sono curati con il T4, chi fa uso di droghe, e chi abusa di sostanze alcoliche. Quando parliamo di cause scatenanti, invece, queste possono essere diverse tra loro, e per esempio: cambiamenti improvvisi nella vita, trasferimenti, interventi chirurgici importanti, infezioni alle vie respiratorie prolungate nel tempo, ustioni importanti, traumi emotivi o cranici.
Per quanto riguarda i sintomi, invece, di chi soffre di stanchezza surrenale, allora possiamo sicuramente sottolineare una stanchezza cronica continua, mancanza di energia, difficoltà ad alzarsi la mattina, calo del desiderio sessuale, temperatura corporea bassa, difficoltà a gestire lo stress, giramenti di testa, difficoltà nel riuscire a rimanere concentrati, calo della memoria, palpitazioni, bisogno di caffè e di cibi salati, depressione e molto altro ancora.
La fatica surrenale, per essere diagnosticata in modo preciso, deve rispettare dei canoni ben precisi. Per capire questo il medico deve raccogliere tutti i dati a sua disposizione, e sottoporre la persona ad un questionario preciso, oltre che ad alcuni test biofisici che si possono effettuare direttamente in ambulatorio o a casa. Tra questi, sicuramente il test che va a misurare il dosaggio del cortisolo nella saliva, fatto in ben quattro diversi momenti della giornata, è sicuramente il più attendibile per poter capire se la produzione di questo ormone è nei livelli normali o è alterata. Per quanto riguarda la terapia da seguire per combattere la stanchezza surrenale, la prima cosa è quella di ricorrere a rimedi con vitamine e minerali, oltre a fitoterapici come la rhodiola, la liquirizia, l’eleuterococco (o ginseng siberiano) e altri, tutti ad azione adattogena, e supplementi di estratto di corteccia surrenale. Nel caso di problemi molto più seri, si ricorrerà al cortisolo con tre o quattro dosi da somministrare nell’arco della giornata.
Tra i vari rimedi naturali in circolazione, segnaliamo Eleuterococco, noto anche con il nome di Ginseng Siberiano, un composto a base di erbe naturali, che migliora sensibilmente la capacità di gestire lo stress. Questo prodotto è l’ideale per modulare l’attivazione della corteccia surrenale, contribuendo anche alla resistenza fisica e mentale; e andando a migliorare sensibilmente anche la memoria. Questo integratore naturale, poi, aiuta a migliorare la capacità che ha il corpo di assorbire e utilizzare l’ossigeno; oltre che supportare le funzioni immunitarie. Coloro che usano questo integratore naturale, si sentiranno subito bene, perchè gli effetti sono immediati; anche se i benefici reali sono a lungo termine. Eleuthero, oadrenavive_ii Ginseng Siberiano, contiene dei principi simili a quelli del Ginseng e del gynostemma, che sono alla base dell’azione di questo prodotto, e dei benefici che porta a chi lo assume.
Sicuramente i più efficaci prodotti per trattare la fatica surrenale sono quelli a base di estratti di corteccia surrenale (Adrenavive) usati da oltre 100 anni con successo, ma essendo stati infangati dalla case farmaceutiche per poter vendere il cortisone, oggi sono ancora poco conosciute in Europa. In poche settimane il paziente può sentire  un enorme miglioramento, ma deve prima accertarsi al 100% di soffrire di questa sindrome, poiché questi estratti NON sono da prendere solo perché si ha dei sintomi stanchezza surrenale, ma perché si è stati diagnosticati da un medico (importante farsi l’esame salivare).